Alec Dawson il fotografo del “tableau vivant” racconta le sue opere…

LP: Come possiamo considerare le foto scattate da Alec Dawson? Di che genere si tratta? Non è facilmente definibile tra ritratti, nudi, street…

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Alec Dawson: Le foto in “Nobody Claps Anymore” sono considerate uno stile di ritrattistica ambientata noto come “tableau vivant“.

Un tableau vivant, francese per “immagine vivente”, è una scena statica che contiene uno o più attori o modelli. Fermi e silenziosi, di solito in costume, posati con cura, con oggetti di scena e/o scenografie, che possono essere illuminati teatralmente. Unisce quindi aspetti del teatro e delle arti visive. Un tableau può essere eseguito dal vivo o raffigurato in pittura, fotografia e scultura, come in molte opere dei movimenti romantico, estetico, simbolista, preraffaellita e Art Nouveau. (ndr)

La serie è ispirata alle opere di Gregory Crewdson, (fotografo statunitense molto famoso ndr), in particolare, ad uno dei suoi lavori: “Beneath the Roses”.

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Nocturna” prende in prestito gli aspetti visivi dello stesso stile, ma ha un lavoro molto fisico in termini di messa in scena delle foto.

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Le opere in “Diplopia” tendono a discostarsi dalla ritrattistica ambientata e ad approfondire maggiormente l’area dei nudi semi-astratti.

LP: Preferisci le foto notturne, cosa rappresentano? Scorci della provincia americana?

Nella mia fotografia, ho sicuramente sempre preferito le foto scattate durante la notte (o almeno quelle che la simulano). Ma dire cosa rappresentino spetta maggiormente a chi fruisce dell’opera. Io fornisco il cibo, sarà poi il consumatore a decidere come volerlo divorare o masticare. Quindi, a parer mio, ogni punto di vista del fruitore dell’opera, è un punto di vista valido. Lascio deliberatamente il “significato” dell’opera, parzialmente o completamente fuori dalla foto, in modo da consentire allo spettatore di “completare” l’opera nella propria mente riempiendo creativamente gli spazi vuoti.

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LP: Che tipo di illuminazione usi per le tue scene notturne all’aperto, usi particolari schemi di luce?

Per “Nobody Claps Anymore” ho usato un sistema di piccoli speedlite off-camera (ovvero uno “strobist”) insieme ad un assortimento di modificatori di luce e gel.

Per “Nocturna” non è stato utilizzato alcun apparecchio di illuminazione. In “Nocturna” la modella ed io abbiamo camminato per i quartieri di Sydney (Australia) fino a quando non abbiamo trovato un luogo che avesse il giusto tipo di illuminazione ambientale. La scelta delle pose in base all’illuminazione disponibile ha reso più efficiente il processo di ripresa di una scena. Tuttavia, il processo ha limitato i tipi di pose che la modella ha potuto utilizzare. Si è dovuta sedere in modo millimetricamente stabile, ferma per esposizioni abbastanza lunghe (in genere 4-20 secondi).

LP: Qual è stato il lavoro che ti ha dato l’opportunità di metterti in mostra e raggiungere la notorietà?

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Sicuramente la mostra personale di “Nobody Claps Anymore” al HeadOn Photo Festival di Sydney mi ha aiutato a far notare il mio lavoro nei circoli artistici al di fuori dei normali circoli di appassionati di fotografia “strobista”.

LP: Come scegli i soggetti da ritrarre nelle tue foto? Dove li trovi e come vengono selezionati?

Per “Nobody Claps Anymore“, la selezione dei miei soggetti è stata in qualche modo casuale. Ho deliberatamente evitato di usare persone che sarebbero state considerate “modelle” perché volevo un maggiore senso di onestà e autenticità nelle fotografie.

LP: Quanto è importante la figura della donna per te? Qual è il tuo rapporto con il mondo femminile?

AD: (Ridacchiando) Sono un uomo eterosessuale, la figura della donna è molto importante! Quanto importante? Beh, guarda le mie fotografie. In termini di relazioni, mi riferisco a ogni donna come individuo. Non mi iscrivo,  né uso le nozioni di identità di gruppo. Ogni persona è la propria persona.

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LP: Quanto ha influito la tua formazione ingegneristica sul tipo di foto che scatti?

La mia formazione in ingegneria tecnica non ha giocato un ruolo importante nella mia fotografia, ma sicuramente ha aiutato la velocità con cui ho potuto padroneggiare gli aspetti tecnici dell’illuminazione e della fotografia.

LP:  La tua biografia ufficiale afferma che sei autodidatta e che non hai seguito alcun corso di fotografia ufficiale e nessuna formazione formale nelle arti; Come è nata la tua passione per la fotografia?

Ho seguito tre corsi fotografici (elaborazione di film in bianco e nero, stampa fotografica in bianco e nero, sviluppo del ritratto) per circa quattro anni come hobby. Ho adottato la fotografia come hobby per pura noia e casualità. Stavo camminando in un centro commerciale, sono entrato in un negozio di fotocamere, ho visto una DSLR … e ho pensato “Neat … quanto costa questa fotocamera?” Da lì ho intrapreso le molteplici strade che gli appassionati di fotografia amatoriale seguono. Ho iniziato a fare semplici nudi d’arte, inizialmente, solo perché pensavo che fossero belli e volevo essere in grado di farli. Più avanti, mi sono evoluto come fotografo e le mie opere hanno iniziato ad approfondire argomenti più sofisticati rispetto alla natura attuale di un semplice nudo artistico in bianco e nero.

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LP: Dove e come hai imparato a fotografare?

La mia crescita (e per procura, la mia educazione) nella fotografia si è sviluppata allo stesso modo in cui una palla di neve rotolante si trasforma in una piccola valanga. Vale a dire semplicemente “facendo”. Mentre approfondivo gli aspetti tecnici, mi concentravo sullo sviluppo degli aspetti più concettuali e psicologici della mia arte.

LP: Nocturna è la tua opera più famosa, come è nata l’idea?

In realtà, penso che “Nobody Claps Anymore” sia il mio corpus di lavori che ha acquisito maggiore notorietà (ad esempio in The Guardian).

Nocturna” è stato in parte ispirato alla serie “Face Down” di Catherin Colaw e alla natura generalmente cinematografica dei quartieri della zona di Sydney in cui ho vissuto. Passeggiando per i quartieri di notte, ho notato che erano set cinematografici che chiedevano solo di essere usati.

LP: Che tipo di strumentazione usi per effettuare i tuoi scatti?

Chiedere a un fotografo quale tipo di attrezzatura utilizza è come chiedere a uno chef che tipo di forno utilizza. Non è così importante come si potrebbe pensare. Deve solo funzionare.

(Laura Papa)

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